(di Tiziana Pregliasco | photo credit Giulietto)
Imprenditori e manager sono costantemente alla ricerca di strumenti per ottimizzare la performance, propria e altrui.
E’ altresì vero che il contributo e l’ingaggio delle persone negli obiettivi d’impresa sono il vero vantaggio competitivo delle aziende, in ottica di produttività.
In questo articolo esploreremo il valore del coaching per sviluppare il potenziale di manager e imprenditori cresciuti sul campo. Questi manager sono spesso in difficoltà nella gestione delle persone oggi, in un contesto contraddistinto da un grande cambiamento del mercato del lavoro e da una rivoluzione nei comportamenti dei lavoratori, in particolare dei più giovani.
Metaforicamente vediamo come il coaching serva a far agire più come elefanti, con grandi orecchie e piccole bocche, che come ippopotami, dotati, al contrario, di grandi bocche e piccolissime orecchie!
Il coaching infatti è strumento elettivo per far emergere e allenare competenze essenziali di leadership, tra cui primeggia la capacità di ascoltare le persone. Ascoltare prima ed esprimersi, in sintesi dei contributi raccolti, con attenzione e senza pregiudizio, è oggi una capacita di leadership essenziale.
Oltreché più inclusivi, efficienti e produttivi, agendo dopo aver chiesto e raccolto intenzionalmente i contributi dei team, manager e imprenditori fidelizzano le persone di valore.
Elefante o ippopotamo, qual è il tuo stile di leadership?
Non tutti i leader sono efficaci nel guidare i loro team verso traguardi desiderati. Molti ricoprono posizioni di management anche importanti, tuttavia non riescono a ispirare e guidare come vorrebbero gli altri verso il successo, o peggio ancora, perdono risorse per strada.
Questo avviene perché agiscono in modo scarsamente empatico, danneggiando il capitale umano a disposizione dell’azienda.
Gli elefanti hanno grandi orecchie e bocca piccola, viceversa gli ippopotami hanno piccolissime orecchie e bocca enorme: uso questa metafora, presa a prestito da Marvae Eikanas, autrice e ICF Coach, per differenziare sommariamente due stili contrapposti di leadership.
Vediamo meglio.
Continuando in punta di metafora, per contraddistinguere i due animali (ovvero i due tipi di manager), possiamo ancora estremizzare e dire che gli elefanti sono sensibili, amichevoli e molto intelligenti emotivamente. Usano le loro grandi orecchie per incanalare le onde sonore provenienti dall’ambiente e sono in grado di percepire anche onde sonore molto basse, sentono di più e a differenti frequenze.
Gli elefanti usano inoltre le orecchie anche come dispositivi di raffreddamento e sono in grado di abbassare la temperatura del loro corpo. Si auto-regolano dunque in base al “clima esterno” percepito, non surriscaldano ambienti già bollenti.
Quanti leader sono così sensibili da sentire oltre le parole dette e da calibrare il loro livello di “riscaldamento”, reagendo alle situazioni in modo controllato e normalizzando le situazioni piuttosto che cronicizzando un senso d’urgenza disfunzionale?
D’altra parte gli ippopotami rappresentano un approccio più aggressivo, dominante e conflittuale. Metaforicamente i leader ippopotamo parlano troppo e sono giudicanti, poco disposti all’ascolto attivo e alla comprensione delle idee altrui. Dedicano molto più tempo a istruire, correggere, controllare, lamentarsi, minacciare che a comprendere idee ed esigenze di chi hanno davanti.
Oggi, in un mercato del lavoro così incostante e mutevole, le persone valide, che possono scegliere dove prestare opera, sono sempre meno disposte a farsi dominare dagli ippopotami e ricercano situazioni più inclusive e coinvolgenti, vogliono manager elefanti!
La competenza dell’ascolto, perché è importante?
“Leaders speak last”, ci dice Simon Sinek, scrittore e motivatore tra i più famosi al mondo: i leader parlano alla fine, dopo aver ascoltato tutti.
Per manager e imprenditori ascoltare i collaboratori è fondamentale per diversi motivi, principalmente permette loro di:
- prendere decisioni ponderate che tenendo conto di diversi contributi avranno quindi maggiori possibilità di successo
- coinvolgere e responsabilizzare chi ha espresso le proprie opinioni e ne ha potuto discutere apertamente
- dare l’esempio e ispirare comportamenti che definiscono nel tempo una cultura aziendale inclusiva e aperta a sua volta, dove esistono spazi di libera espressione. Personalmente sono convinta che sia solo in questi spazi si fa davvero innovazione.
- fidelizzare i migliori, che tipicamente non sono troppo disposti a farsi zittire e non gradiscono l’esclusione costante dalle scelte aziendali
Tuttavia l’ascolto va accompagnato con metodo, strutturato, proceduralizzato, intenzionalmente alimentato creando spazi di lavoro dove non accade per caso che i collaboratori offrano il loro contributo e le loro idee.
Perché il metodo del coaching è preferenziale per migliorare i comportamenti di leadership
Cerchiamo di esplorare meglio cosa è il coaching, come avviene un percorso di coaching per manager e imprenditori e perché il coaching e lo strumento elettivo per evolvere nei comportamenti di leadership
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Cos’è il coaching e in che cosa differisce dalla formazione o dal mentoring
Il coaching è un processo di sviluppo personale e professionale che si concentra sulle sfide attuali e future di un individuo e della sua organizzazione, guidandolo nella ricerca delle proprie risorse interne, Spesso il coaching e usato per smontare credenze disfunzionali che non aiutano a raggiungere obiettivi specifici.
Si differenzia per questi motivi dalla formazione, che solitamente si concentra sull’insegnamento di conoscenze specifiche, e dal mentoring, dove si coinvolge una figura più esperta che offre consigli basati sulla propria esperienza.
Il coaching quindi, a differenza di formazione e mentoring, si basa sull’empowerment dell’individuo, stimolandolo a trovare soluzioni autonome e a sviluppare consapevolezza e responsabilità personale.
Inutile dire a un manager, per esempio, che deve ascoltare, meglio che comprenda lui stesso perché può essergli/le utile, che riceva da un coach feedback per rendersi conto di come agisce e aiuto per allenare questa competenza nel concreto della propria esperienza professionale.
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Come avviene un percorso di coaching in un contesto professionale
Un programma di coaching in azienda solitamente inizia con una valutazione delle esigenze organizzative, identificando obiettivi di sviluppo specifici insieme alla funzione Hr e, ancora meglio, insieme al top management dell’impresa.
Successivamente vengono selezionati i coach più adatti in base alle competenze richieste e alla preferenza dei partecipanti (non si può essere obbligati ad avere un coach!). I programmi possono includere sessioni individuali (almeno 8/10) o di gruppo, durante le quali i coach facilitano i team nel migliorare le proprie capacità e superare limiti e sfide.
È comune anche l’utilizzo di strumenti di valutazione e autovalutazione per iniziare i percorsi e monitorare il progresso (ne abbiamo parlato qui). Alcuni assessment vengono dunque usati per migliorare la consapevolezza degli individui riguardo il proprio stile di leadership definendo un ottimo punto di partenza, oggettivo.
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Perché il coaching è lo strumento più potente per un cambiamento profondo e duraturo dei comportamenti di leadership
Nel processo di coaching, il coach tiene il cliente responsabile per il raggiungimento degli obiettivi da lui stesso stabiliti e descritti concretamente. Il coaching perciò emerge come unico strumento per un cambiamento profondo e duraturo dei comportamenti poiché si focalizza sulla persona, consentendo un’esplorazione approfondita delle proprie motivazioni, convinzioni e abitudini.
A differenza di approcci più direttivi come la formazione o il mentoring, il coaching incoraggia l’auto-riflessione e l’auto-consapevolezza, stimolando ad identificare e affrontare le sfide in modo autonomo e con metodo.
Le persone sviluppano così strategie personalizzate, consentendo un apprendimento pratico e garantendo che il cambiamento sia radicato e sostenibile nel tempo.
Il coaching è dunque maieutico perché, similmente al metodo socratico, guida l’individuo a scoprire le proprie risposte e soluzioni attraverso domande stimolanti e feedback contestualizzati.
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Il coaching è strumento preferenziale per imparare ad ascoltare, anche per imitazione!
Un bravo coach ascolta più di quanto parla, domanda in modo stimolante e generativo di risposte nuove, osserva e restituisce feedback in modo approfondito e non giudicante, è attento a comprendere i bisogni del suo assistito. Nota parole, espressioni verbali e non verbali, chiede per approfondire, indaga per chiarire, rispecchia e descrive quello che avviene in modo oggettivo, assegna grande valore alla relazione basata sulla fiducia.
Insomma, ha lo stile dell’elefante.
Perciò, anche per imitazione dei loro coach, manager e imprenditori inseriti in percorsi di coaching possono imparare ad ascoltare, comprendere le persone e garantirsi il loro contributo senza farle scappare altrove anzi, al contrario, fidelizzandole.
Conclusione
E’ fondamentale riconoscere che le competenze di leadership, tra le quali spicca la capacità di ascolto “da elefante”, vanno costantemente adeguate e migliorate.
Così come la palestra non si abbandona se si vuole restare in forma e performanti, il coaching per manager e imprenditori è la palestra di leadership preferenziale per migliorarsi e migliorare il rapporto con il team, fidelizzando e includendo i talenti. In questo senso inoltre il coaching si rivela uno strumento di benessere organizzativo, a noi tanto caro.
Crediamo nel coaching e lo offriamo tra i nostri servizi per aiutare imprenditori e manager ad evolvere e migliorare il proprio distintivo stile di leadership.
Se la tua azienda sta navigando attraverso il cambiamento e l’innovazione è utile rinnovare lo stile manageriale per attrarre e trattenere talenti e migliorare il clima aziendale (di come proponiamo la mappatura e il miglioramento del Clima Aziendale ne abbiamo scritto qui).
Per valutare percorsi di coaching in azienda ti aiutiamo noi: scrivici a info@be-pyxis.com