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I giovani vanno motivati e formati a usare gli strumenti corretti; i giovani hanno fretta, poca fedeltà e scarso attaccamento al brand, cambiano frequentemente azienda.
L’obiettivo delle corporates rispetto alla retention dei talenti non è però creare attaccamento al brand, ma ai valori del brand. Questo vale sia per i clienti esterni che per i “clienti interni”, ovvero i dipendenti. Pink sintetizza i tre principali driver della motivazione:il senso dello scopo (purpose), il desiderio di imparare e diventare bravi (mastering) e la necessità di gestire in autonomia la propria vita (autonomy).
Anche il concetto di benefit è diventato flessibile e personalizzato: oggi si parla di flexible benefit (i collaboratori possono crearsi il proprio “paniere” di benefit), ovvero di convenzioni esterne in outsourcing, Cambiano anche le politiche di welfare aziendale: fare l’asilo nido in azienda accontenta solo la fascia con figli piccoli, i giovani vorrebbero invece una sala per la musica, che però non sarebbe gradita alla popolazione più anziana.
Quindi anziché spendere molti soldi per creare infrastrutture che non accontentano tutti, è meglio adottare voucher che ognuno può gestire a piacere.