Qual’è il mindset adeguato per costruire ambienti collaborativi? Ecco 3 passi per allenarlo.
(di Federico Sopetti – Psicologo del Benessere e dello Sport)
Nel mondo del lavoro attuale, altamente competitivo e frenetico, è difficile sfuggire a conflitti e situazioni stressanti. Quando ci si trova ad affrontare queste circostanze, si tende ad attribuire la responsabilità del conflitto ad altri: un capo apparentemente incompetente, un collega con un atteggiamento passivo-aggressivo o magari un membro di un diverso team che invece di collaborare intralcia.
La reazione tipica è lamentarsi di questi soggetti, cercare di evitarli o, in alcuni casi più rari, dar vita a conflitti aperti. Tuttavia, se si ha davvero intenzione di migliorare significativamente l’ambiente di lavoro e ridurre i conflitti ed operare nell’interesse dei clienti, è estremamente importante compiere un atto di riflessione: guardare dentro di sé.
È quindi utile acquisire una comprensione approfondita del proprio ruolo in tali dinamiche e di come queste impattino sulla propria condizione psicofisica.
Sfide costanti e insostenibili portano frustrazione
Una limitata dose di insoddisfazione può talvolta essere funzionale portando ad operare attivamente in modo nuovo e con creatività.
Per nostra sfortuna, però, ci si trova invece spesso travolti da un’abbondanza di problematiche per le quali non si hanno sufficienti risorse, e non si riescono a raggiungere gli obiettivi.
Le cause di questo senso di frustrazione in realtà sono molteplici data la complessità dei contesti organizzativi; qualunque sia la causa, comunque, molti provano una frustrazione cronica.
Come animali: quando il lavoro ci mette costantemente in allerta
La costante frustrazione può trasformarsi in paura e rabbia. Queste emozioni fungono da segnali di pericolo e mettono il corpo in uno stato di grande allerta. Ciò comporta il rilascio istintivo e non controllabile degli ormoni e neurotrasmettitori dello stress come adrenalina, noradrenalina e cortisolo. Parallelamente, si attivano le aree cerebrali sottocorticali relate al pericolo e alla sopravvivenza.
Il corpo entra quindi in uno stato di attivazione, con i muscoli che si tendono, il respiro che si accorcia e le mani che iniziano a sudare. Le aree cerebrali attivate nello stress sottraggono risorse alle aree del cervello deputate al controllo razionale, e si diventa maggiormente impulsivi.
Si tratta di una risposta fisiologica adattiva al pericolo che ha aiutato a sopravvivere i nostri antenati nella savana, e sarebbe tuttora molto utile se si verificasse raramente e aiutasse a evitare situazioni pericolose.
Iperattività disfunzionale
Purtroppo, invece frustrazione, stress, ansia e paura sono frequentemente presenti sul posto del lavoro, e quindi questo tipo di attivazione neuro-psico-somatica diventa cronica portando nel tempo allo sviluppo di tensioni muscolari, iperattività mentale e un senso di alienazione che conducono a bassa motivazione, infelicità, fatica mentale e ridotta lucidità.
Se siamo in allerta ci predisponiamo alla lotta e perdiamo lucidità
Questo stato di stress alimenta il conflitto, portando a rabbia, risentimento e scontentezza.
Ciò avviene quando l’attivazione da stress si cronicizza, inficiando abilità di pensiero complesso, decision making e interazioni sociali. Costantemente sovraccarichi di stimoli e in allerta, infatti, l’abilità di elaborare informazioni viene meno, si perde lucidità e creatività, si diviene meno flessibili e si reagisce in maniera esagerata a piccoli eventi irritanti.
Si disinnesca il nostro cervello razionale evoluto!
In tale condizione, sarà più probabile arrivare a causare problemi piuttosto che a risolverli, specialmente nelle dinamiche relazionali.
Un loop da cui diventa sempre più difficile uscire
A questo punto, il circolo vizioso dello stress diventa un loop interminabile: la lucidità viene meno, i conflitti aumentano, le persone sono insoddisfatte, gli stress continuano ad aumentare.
Ci si ritrova quindi a vivere forme di eccessiva reazione o di ritiro e impotenza.
Come fare quindi, concretamente?
Qui di seguito esplorerò tre passaggi fondamentali che possono aiutarti a gestire in modo più efficace il circolo vizioso che comincia con la frustrazione e lo stress e culmina con conflitti distruttivi sul posto di lavoro.
Questi step non solo ti aiuteranno ad affrontare le sfide quotidiane con più fiducia ed equilibrio, ma contribuiranno anche a creare un ambiente di lavoro più armonioso, caratterizzato da produttività e collaborazione.
Passo 1: Consapevolezza di Sé e identificazione dei trigger
La gestione efficace dei conflitti sul posto di lavoro comincia con la consapevolezza di sé. Questa ha a che fare con lo sviluppo progressivo della consapevolezza del proprio corpo, dei propri sentimenti e delle proprie specifiche reazioni allo stress.
Troppo spesso, infatti, arriviamo a reagire impulsivamente alle situazioni stressanti senza comprenderne appieno la ragione.
Per esempio, potremmo comprendere che una riunione stressante con il nostro capo scatena sentimenti di frustrazione o insicurezza. Non ce ne accorgiamo nemmeno e tratteniamo il respiro, sudiamo, ci viene mal di pancia, dolore alla testa.
Identificare questi trigger emotivi è un primo passo per iniziare a gestire le emozioni.
Per sviluppare questa abilità, è fondamentale poterci dedicare del tempo. In un mondo iperconnesso può sembrare difficile trovare del tempo per stare con noi stessi; tuttavia, anche una breve pausa alla fine della settimana può essere estremamente preziosa per riconnetterci ai nostri valori e punti di vista, ripristinando le nostre energie. Nel fare questo, prova a non giudicarti o auto-criticarti, ma focalizzati sul tuo processo di apprendimento e miglioramento.
Se alleniamo la competenza ad ascoltare il corpo, ci basteranno micropause di qualche secondo per riprendere lucidità durante le nostre giornate e nelle transizioni da un task e l’altro, evitando trascinamenti di malumori.
Passo 2: Gestione delle emozioni attraverso l’allenamento
Una volta compresi i trigger emotivi, è fondamentale imparare a gestire efficacemente le tue emozioni.
Questo è un passo essenziale per evitare reazioni impulsive e gestire quello che provi in modo funzionale ai tuoi obiettivi.
Puoi partire dal corpo o dal pensiero, si influenzano vicendevolmente!
Questo richiede comunque pratica. Puoi per esempio apprendere ed utilizzare tecniche come la respirazione profonda o la mindfulness per calmare la mente quando ti senti sopraffatto.
Con una pratica costante, imparerai a riconoscere anticipatamente i trigger e i momenti in cui le emozioni stanno prendendo il sopravvento, e potrai per esempio sviluppare l’abitudine di prenderti una pausa per ascoltarti e recuperare la calma e la centratura prima di agire.
Il potente strumento della Minduflnuess, esercitata in corsi appositi, non occasionali, è perciò diventato un must-have nelle strategie wellbeing delle aziende d’avenguardia!
Passo 3: Costruzione di Relazioni Basate sulla Collaborazione
Ai fini di ridurre lo stress e il conflitto sul lavoro, è necessario spostare l’attenzione dall’io al noi.
Anziché vedere gli altri come minacce o come persone da cui ottenere qualcosa, prova a focalizzarti su come puoi contribuire al benessere comune. Questo cambierà significativamente il tuo approccio alle relazioni sul posto di lavoro e in ultima istanza alimenterà il tue senso di efficacia e di scopo!.
Sviluppare empatia e compassione è molto importante per costruire relazioni solide basate sulla fiducia. Con l’acquisizione e la pratica della mindful communication diventa più semplice entrare in connessione con gli altri e comprendere il loro punto di vista imparando ad ascoltare autenticamente e a far loro domande che consentano di vedere le cose dalla loro prospettiva.
Ognuno, infatti, ha una storia unica che può essere conosciuta e riconosciuta, e in quanto esseri umani le nostre esperienze (le gioie, le difficoltà, le soddisfazioni e i problemi) sono più simili di quanto possano sembrare.
Conclusioni: inizia da ciò che puoi controllare: te stesso!
Per creare un ambiente di lavoro più collaborativo, armonioso e produttivo, quindi, inizia con te stesso/a. Sviluppa progressiva consapevolezza di te e delle tue reazioni automatiche, impara a regolare le tue emozioni e costruisci relazioni con i colleghi basate su fiducia e collaborazione. Questi passaggi ti permetteranno di meglio gestire lo stress e i conflitti lavoro, favorendo lo sviluppo tuo e di un ambiente più piacevole e produttivo per te e per i tuoi colleghi.
Ricorda: migliorare la tua capacità di gestire i conflitti richiede tempo e pratica costante, tuttavia se imparerai ad apprezzare l’allenamento di questa competenza, in ottica del miglioramento continuo, potrai godere prestissimo dei benefici, sin dai primi progressi.